Racconti by Dürrenmatt Friedrich

Racconti by Dürrenmatt Friedrich

autore:Dürrenmatt Friedrich
La lingua: ita
Format: mobi, epub, azw3
pubblicato: 2013-08-15T22:00:00+00:00


(1971)

ABU CHANIFA E ANAN BEN DAVID

Non sempre i teologi se la cavano meglio di altri. Anche i loro insegnamenti contengono dell'esplosivo. E anche in questo l'ebraismo e l'islam mostrano un tratto comune, che pare insito nell'essenza stessa della teologia. Pur essendo religioni basate su una scrittura «rivelata», non s'accontentano, entrambe, delle loro rivelazioni. Come gli ebrei estendono la Bibbia col Talmud, commentando dialetticamente il Pentateuco, così i musulmani integrano il Corano con la tradizione orale delle imprese e delle parole del Profeta, con la Sunna e l'Hadith: quando, verso l'anno 760, il califfo abbaside al-Mansur fa arrestare il teologo Abu Chanifa, cacciatosi, quale successore ufficiale del Profeta, in un'incresciosa disputa teologica con i grandi conoscitori del Corano, ordina - irritato coi teologi in genere e prima di lasciare i quotidiani affari di Stato per ritirarsi (alquanto riluttante, eppure consapevole dei suoi doveri) nell'harem - di incarcerare anche un rabbino di nome Anan ben David. Nessuno osa chiedere ad al-Mansur il perché, forse non lo sa nemmeno lui. Forse agisce solo in base a un vago senso di malvagia equità, tipico dei califfi che esercitano il loro potere su fedeli e infedeli. Però è anche possibile che al-Mansur ricordi oscuramente d'aver dato una rapida lettura a una petizione, anche se non sa più ovviamente da dove provenisse, forse inviatagli da uno o anche da più uffici della sua amministrazione incaricati di seguire le questioni ebraiche; anzi, d'un tratto gli sembra d'aver solo sognato quella petizione, uno scritto quasi illeggibile, in cui si chiedeva l'arresto di Anan poiché i suoi seguaci avevano illegittimamente proclamato il rabbino - venuto dall'interno della Persia, ricco di sette - esarca della comunità babilonese. Al-Mansur fa gettare Anan ben David nella stessa sudicia segreta in cui è già rinchiuso Abu Chanifa. Il gigantesco guardiano che accompagna Anan ben David in carcere apre una piccola porta metallica, sbarrata da due travi trasversali di quercia e che gli arriva appena alla vita, costringe il rabbino a chinarsi e lo spedisce in cella con una violenta pedata. Il rabbino rimane a lungo svenuto sul pavimento di pietra. Quando riprende conoscenza, intravvede un po' per volta la segreta in cui si trova. E' quadrata, stretta e alta. L'unica fonte di luce è una piccola finestra munita di sbarre, irraggiungibile sopra di lui, da qualche parte nel muro grezzo. In un angolo è rannicchiata una figura. Anan ben David le striscia accanto, riconosce Abu Chanifa, striscia indietro, si rannicchia nell'angolo diagonalmente opposto a quello del musulmano. I due teologi tacciono, ciascuno di loro giudica l'altro dalla parte del torto, se non rispetto ad al-Mansur che li ha trattati entrambi vergognosamente, quanto meno nei confronti della verità eterna. Un vecchissimo guardiano -che si proclama sabeo per essere lasciato in pace, mentre venera in realtà un arrugginito idolo monocolo, e disprezza musulmani, ebrei e cristiani giudicandoli tutti asini senza dio - porta loro ogni giorno una scodella di cibo e una brocca di vino. Il cibo è cucinato nel modo più raffinato, per ordine



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